La Carta di Nizza e il Protocollo n. 30 all’esame del Parlamento britannico

Scarica il PDF


Sommario: 1. Introduzione: le questioni sollevate dal Comitato Affari europei del Parlamento britannico. 2. La posizione del Segretario di Stato Clarke sulla Carta di Nizza e sul Protocollo n. 30. 3. I dubbi emersi nel corso del dibattito e le repliche di Mr. Clarke. 4. La discussione sulla mozione proposta dal Segretario di Stato Clarke.

1. Introduzione: le questioni sollevate dal Comitato Affari europei del Parlamento britannico

Il presente osservatorio intende dar conto della discussione tenutasi il 14 marzo 2011 presso il Comitato affari europei (“European Scrutiny Committee”) del Parlamento britannico, alla presenza del Segretario di Stato, Mr. Kenneth Clarke, chiamato a fornire alcuni chiarimenti a proposito del Documento della Commissione europea n. 15139/2010, dal titolo “Commission Communication on Strategy for the effective implementation of the Charter of Fundamental Rights by the European Union”.

Tale documento riguardava la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (c.d. “Carta di Nizza”), venendo in particolare evidenza i seguenti tre aspetti: a) a seguito del Trattato di Lisbona, il rispetto dei diritti fondamentali è divenuto il cuore dell’azione Europea; b) la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ha acquisito forza di legge (“became legally binding”) e l’Unione europea si è impegnata altresì a rispettare la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo; c) la Commissione ha inteso utilizzare ogni mezzo a sua disposizione (“all means at its disposal”), tra cui l’avvio di procedure di infrazione nei confronti degli Stati Membri avanti alla Corte di giustizia, al fine di assicurare il rispetto della Carta nella fase di trasposizione del Diritto europeo; di tal guisa, la procedura di infrazione sarebbe osservatorio stata avviata nelle seguenti ipotesi: i) ove una Legislazione nazionale desse attuazione alla disciplina Europea con modalità contrastanti con i Diritti fondamentali; ii) nel caso un’Autorità pubblica nazionale applicasse il Diritto dell’Unione senza rispettare i medesimi principi; iii) nell’ipotesi di una decisione finale resa da una Corte nazionale che applicasse o interpretasse il Diritto dell’Unione in modo non conforme ai Diritti fondamentali.