Il lavoro non è una merce, ma il mercato del lavoro è una realtà*

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Abstract
L’Autore ripercorre le dinamiche che hanno portato alla trasformazione del Diritto del lavoro italiano dalla fase pre-industriale a quella post-industriale, in cui il progresso tecnologico ha generato inevitabili discontinuità, qualitative e quantitative. Dinanzi all’alternativa giuridico-politica di accontentarsi di razionalizzare la regressione del diritto del lavoro oppure di non disperdere gli effetti del formidabile cortocircuito determinato dall’incontro del lavoro con le Costituzioni del secondo dopoguerra rendendone possibile l’adeguamento ai radicali cambiamenti sociali, l’Autore propende per quest’ultima. In particolare, stigmatizzando il passaggio da un società industriale ad una industriosa, suggerisce di porre l’attenzione sul “cittadino” quale referente sociale privilegiato. 

Work is not a Commodity but the Labour Market is a Reality

The author retraces the dynamics that led to the transformation of Italian labour law from the pre-industrial to the post-industrial phase when technological progress has generated qualitative and quantitative discontinuities. Faced with the juridical-political alternative between rationalizing the regression of labour law and dispersing the effects of the formidable shock caused by the encounter of work with the post-World War II Constitutions, making it possible to adapt to radical social changes, the Author leans towards the latter. In particular, stigmatizing the transition from an industrial society to an industrious one, he suggests focusing on the “citizen” as a privileged social referent.