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Sommario: 1. Le ragioni di un open space. 2. Norme. 3. Decisioni. 4. Prassi. 5. Ricerche.
1. Le ragioni di un open space
Con questo numero si inaugura un osservatorio annuale, ospitato da Diritti Lavori Mercati, avente ad oggetto le interrelazioni, dirette e indirette, visibili e sommerse, tra il diritto del lavoro e le misure di contrasto alla criminalità organizzata di matrice mafiosa. La decisione di preservare uno spazio di tal tipo trova fondamento in una pluralità di considerazioni che possono qui essere meramente accennate. Innanzitutto, è dato pressoché acclarato quello secondo cui le mafie sono divenute, malgrado le attività repressive messe in campo, “protagoniste di una parte dell’economia italiana e internazionale”1. Meno diffusa, purtroppo, e anzi ancora troppo spesso ammantata da fuorvianti misture di luoghi comuni e stereotipi, è la conoscenza delle esperienze mafiose, della loro struttura così come del modus operandi, delle loro duttili caratteristiche così come del variegato rapporto instaurato con i territori, tradizionali o di nuovo insediamento.
Un fenomeno, dunque, che ha nella complessità l’elemento in grado di sintetizzarne le peculiarità attuali2 e, al contempo, la lente attraverso cui indagarne forme, strutture e funzionamento. A riprova di ciò è sufficiente richiamare quella “pervasiva sovrapposizione” tra area del lecito e area dell’illecito su cui le mafie fanno leva, al punto da divenire “fattore che mette sotto stress […] il nesso tra legale e illegale”3; ancora, e in una prospettiva più tarata sulla dimensione lavorista, si rifletta sulla penetrazione delle mafie in settori variegati che, pur non intaccando il paradigma dell’esistenza di ambiti economici maggiormente esposti alle infiltrazioni mafiose, consente di accreditare il passaggio concettuale dai “settori a rischio” ai “rischi di settore”4. Da ultimo, preme evidenziare che lo studio del fenomeno mafioso non ha occupato particolarmente, per quanto di competenza, la comunità dei giuslavoristi risentendo, di certo in maniera eccessiva, di quell’approccio fortemente condizionato dalla logica repressiva che, per lungo tempo e a tratti in modo esclusivo, ha polarizzato l’agire del legislatore. A ben vedere, invece, i punti di intersezione tra diritto del lavoro e politiche e misure di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso appaiono plurimi e meritevoli di riflessione. Valga per tutti, a mero titolo esemplificativo, la triste sorte cui vanno incontro le imprese sottoposte a misure di prevenzione (sequestro e/o confisca) che, nella maggior parte (se non quasi nella totalità)5 dei casi, non riescono a sopravvivere nel mercato in condizione di legalità.