Alcune considerazioni sulla sentenza EPSU nella prospettiva del diritto costituzionale dell’Unione europea**

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Abstract
Nella sua recente sentenza EPSU, il Tribunale ha infranto le speranze delle parti sociali che la Commissione europea potesse essere obbligata a rendere vincolante un accordo negoziato attraverso la procedura prevista dall’art. 155, par. 2, TFUE. La posta in gioco di questa decisione è particolarmente alta alla luce dell’atteggiamento sempre più ostile della Commissione nei confronti della contrattazione collettiva. Questo contributo esamina criticamente diversi punti cruciali della decisione del Tribunale dal punto di vista del diritto costituzionale dell’Unione, poco prima che la Corte di giustizia si pronunci in materia. In primo luogo, un accordo negoziato dalle parti sociali può essere considerato un atto legislativo? In secondo luogo, quali sono i contorni del diritto di iniziativa della Commissione? In terzo luogo, qual è la portata del dovere di motivazione della Commissione quando decide di non trasformare un accordo negoziato in direttiva? L’argomentazione centrale di questo contributo è che le “carte” che il diritto costituzionale europeo può giocare sembrano essere sfavorevoli alle parti sociali. L’articolo si conclude con alcune considerazioni strategiche sulla posizione della contrattazione collettiva nel diritto dell’Unione.

Some Thoughts on the EPSU Decision from the Perspective of EU Constitutional Law 

In its recent EPSU ruling, the General Court dashed the hopes of the social partners that the European Commission could be required to transform a negotiated agreement into binding law through the process provided by Article 155(2) TFEU. The stakes of this decision are particularly high in light of the Commission’s increasingly hostile attitude towards collective bargaining. This contribution critically examines several crucial points of the General Court’s decision from the perspective of EU constitutional law shortly before the Court of Justice will hear the appeal in this case. First, can an agreement negotiated by the social partners be considered a legislative act? Second, what are the contours of the Commission’s right of initiative? Third, what is the extent of the Commission’s duty to state reasons when it takes the decision not to transform a negotiated agreement into binding law? The overall argument of this contribution is that the constitutional deck of cards appears stacked against the social partners. The article concludes with some strategic considerations about the position of collective bargaining in EU law.