Annotazioni sparse per una condizionalità non rancorosa

Sommario: 1. Una difficile convivenza. 2. Evoluzione funzionale. 3.Valutazioni antagoniste. 4.Valutazioni realistiche. 5.Arricchimento funzionale. 6. Corti. 7. Condizionalità e solidarietà. 8. Per una condizionalità presa sul serio.

1. Una difficile convivenza
“Uneasy bedfellows”: così, quasi vent’anni fa, Sol e Westerveld rappresentavano icasticamente la relazione tra politiche di attivazione e diritti di protezione sociale dei disoccupati, nell’ambito di un’ampia analisi comparata sulla diffusione dei modelli di workfare e sul radicamento delle forme di client contractualism nell’ambito dei servizi per l’impiego. “After all” – così scrivevano in sintesi i due autori – “social security is hierarchical, creates rights and imposes obligation, whereas contracting suggest a horizontal relationship and freedom of action”1. Da qui, appunto, la loro difficile convivenza. Mi pare però che la stessa icastica espressione possa essere oggi utilmente recuperata per rappresentare i dilemmi che si aggrovigliano intorno alla “questione condizionalità”, segnati, per un verso, da non usuale intensità ed estensione tematica ed enfatizzati, per altro verso, dalla retorica emozionale che condiziona il discorso pubblico, soprattutto quando orientato alla ricerca del consenso immediato. Per queste ragioni, e soprattutto per non legittimare una condizionalità rancorosa, innestata su evidenti pregiudizi ideologici ed esternata da espressioni di senso comune ma di scarso buon senso, credo che la questione sia da trattare con particolare prudenza analitica e valutativa