Crisi della rappresentatività e nuovi modelli locali di relazioni industriali: la contrattazione collettiva in Provincia di Brescia

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Sommario: 1. Introduzione. 2. Il caso Fiat. 2.1. La legittimazione a costituire rappresentanze sindacali in azienda. Quando si è realmente rappresentativi? 3. Modelli locali di negoziazione. 4. I contratti censiti dall’Osservatorio sulla contrattazione collettiva dell’Università di Brescia: linee di tendenza della negoziazione di secondo livello nella Provincia di Brescia. 

1. Introduzione

L’obiettivo di questo lavoro è di individuare alcune tendenze nella contrattazione collettiva decentrata in un contesto di relazioni industriali profondamente cambiato negli ultimi anni anche in concomitanza della prolungata contrattura economica. Si rileva, infatti, una discrasia tra la più generale e profonda crisi della rappresentanza e del sistema tradizionale di relazioni industriali, che sul piano nazionale è stata messa in luce dalla vicenda esemplare di Fiat, e l’attivismo a livello territoriale e aziendale, con particolare riferimento al caso della contrattazione nella Provincia di Brescia.
Emerge, dalle pagine che seguono, non tanto una involuzione della negoziazione quanto uno spostamento del baricentro decisionale, come testimoniato anche dal rinnovato ricorso alla concertazione sociale quale tecnica di governance del territorio. Tale peculiarità pare, dunque, stridere con l’esigenza, ormai avvertita anche in sede sindacale, di un intervento eteronomo di regolazione delle dinamiche contrattuali, preceduta dall’annosa questione della misurazione della rappresentatività. Esigenza che sottende una difficoltà del sindacato di presentarsi come interlocutore stabile nei processi di profonda trasformazione osservatorio degli assetti organizzativi ossia nel passaggio dai modelli tradizionali del fordismo/taylorismo alla produzione snella (toyotismo, lean production, world class manifacturing, ecc.).