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Abstract
Nel Gennaio del 2013 l’Assindatcolf denunciava l’inclusione, o meglio, la non esclusione, da parte della legge Fornero, del lavoro domestico dall’obbligo di versamento del contributo di licenziamento, ritenendo le famiglie eccessivamente gravate da tale onere. Poco tempo dopo il Ministero prima, e l’Inps, subito dopo, con la circolare n. 25/13, precisavano che il lavoro domestico dovesse ritenersi escluso dal versamento di tale contributo. Prendendo spunto da questo episodio, il saggio propone alcune riflessioni critiche sul nesso tra le disposizioni della l. Fornero in materia ed il successivo dietro-front, ponendo in rilievo le peculiarità di tale rapporto quali emergono dalla legge e dalla contrattazione collettiva.
Domestic Work and Dismissal Contribution
On January 2013, Assindatcolf trade-union strictly criticized the provisions of law n. 92/12 concerning the inclusion, or, better, the non-exclusion, of domestic work from the contribution due in case of dismissal, which participates in the financing of the so called “ASpI”. Shortly after, the Ministry before, and INPS, soon after, with the circular no. 25/13, specified that domestic work should be considered excluded from the payment of these fees. This episode allows the author to propose some critical reflection about the link between the above-mentioned legal provisions and the subsequent events, highlighting the peculiarities of domestic work as they raise from the law and the collective agreements.