Scarica il PDF
Sommario: 1. Premessa. 2. Sulle ragioni della comparazione. 3. La contrattazione collettiva nel quadro della normativa europea. 4. I sistemi nazionali di contrattazione collettiva sotto il peso della crisi economica. 5. Alcune osservazioni sul caso italiano. 6. Il decentramento contrattuale: una falsa tendenza? 7. Conclusioni. La resilienza dei sistemi di relazioni industriali.
1. Premessa
Il 18 luglio 2019 è stato presentato presso la sede del CNEL il volume dal titolo “La negociación colectiva en Europa. Una perspectiva transversal”, relativo alla ricerca sulla contrattazione collettiva in Europa in chiave comparata, condotta da un gruppo di studiosi di livello internazionale e coordinata da Jesús Cruz Villalón (Università di Siviglia)1. La ricerca, commissionata dalla Comisión Consultiva Nacional de Convenios Colectivos spagnola2 all’inizio del 2017, si è conclusa nei primi mesi del 2019 e ha visto coinvolti tra i Paesi europei (anche non appartenenti alla Unione Europea), quelli i cui sistemi di relazioni industriali si considerano più influenti sulla struttura economica nazionale e quelli che per l’alto tasso di popolazione risultano più incisivi rispetto al processo normativo della UE.
Questi sono la Germania, l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Spagna, il Portogallo, la Francia, la Grecia, l’Irlanda, l’Italia, la Norvegia (che fa parte dell’EFTA e del SEE), la Polonia, il Portogallo, l’Inghilterra, la Svezia. Sotto il profilo metodologico, la ricerca è partita dalla somministrazione di un questionario ai soggetti protagonisti del sistema di contrattazione collettiva di ciascun Paese, indagando su molteplici aspetti, quali sono: la collocazione del contratto collettivo nella gerarchia delle fonti; la sua relazione con la legge e con il contratto individuale di lavoro; la struttura della contrattazione collettiva; il tasso di copertura contrattuale rispetto alla popolazione dei lavoratori dipendenti; le modalità di contrattazione; i soggetti della contrattazione e la loro legittimazione; i profili formali e sostanziali del contratto collettivo; l’efficacia del contratto collettivo; la sua vigenza e l’ultrattività; il sistema di amministrazione e interpretazione del contratto collettivo. L’indagine sul campo ha favorito una comparazione di taglio operativo, particolarmente apprezzata al tavolo del convegno, che ha saputo evidenziare – ha dichiarato Lorenzo Zoppoli (Università Federico II di Napoli) – la presenza di una “commistione tra teorie e pratiche del quadro normativo alquanto complicata”. La ricerca, infatti, ha messo in luce la dialettica tra teoria e pratica, evidenziando quanto e fino a che punto gli interventi legislativi di riforma impattano sulla realtà.