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Sommario: 1. Introduzione. I diritti fondamentali in America latina. 2. Le contraddizioni e i limiti degli ordinamenti sudamericani in relazione ai diritti connessi alla libertà, dignità, solidarietà e eguaglianza dei lavoratori. 3. Segue. La tutela dei diritti sindacali: i principali problemi emersi. 4. Le prospettive evolutive. 5. Conclusioni
1. Introduzione. I diritti fondamentali in America latina
Il riconoscimento, la tenuta e l’espansione dei diritti fondamentali rappresentano, per il giurista, uno dei banchi di prova della possibile sostenibilità democratica della globalizzazione. Si è detto, in tal senso, che “oggi la sfida alla democrazia è quella generata da un lato dal vecchio assolutismo delle sovranità esterne degli Stati, dall’altro dal neoassolutismo dei grandi poteri economici e finanziari transnazionali e dalla crisi delle stesse costituzioni statali quali strutture costitutive della sovranità”1. Di conseguenza, l’esigenza di
tendere verso un costituzionalismo internazionale foriero di garanzie effettive è sempre più impellente, anche perché “il garantismo è l’altra faccia del costituzionalismo”2.
Tuttavia, la dimensione multilivello e globale dei principi fondamentali è tenuta a confrontarsi con gli ostacoli derivanti dal differente “stato dell’arte” dei singoli ordinamenti nazionali. In effetti a ordinamenti giuslavoristici più evoluti – con uno stadio compiuto di proclamazione dei diritti fondamentali – se ne contrappongono altri, non solo caratterizzati da un progresso ben più sofferto ma, in più, ancora arretrati sul piano di un’effettiva attuazione e traduzione concreta di quei diritti stessi. Il VI Seminario de postgrado internacional y comparado de derecho del trabajo sobre derechos fundamentales, svoltosi in Venezuela nel maggio del 20163 , ha rappresentato una preziosa occasione di confronto su un tema così cruciale, affrontato proprio partendo dall’esame dell’effettività dei diritti fondamentali dei lavoratori negli ordinamenti sudamericani. Ovviamente, per approcciare la tematica, in una prospettiva implicitamente comparata, è necessario fare uno sforzo di gradazione; perché mentre nell’ordinamento europeo quando si parla di effettività non ci si riferisce più al concetto novecentesco di statica “messa in sicurezza” di un insieme di principi e diritti4, nell’ambito sudamericano la problematica è correlata ancora al recepimento stesso di norme internazionali5 e al mero formalismo di alcune enunciazioni di principio. Al punto che, pur non dovendosi generalizzare data la complessità e la varietà del quadro sudamericano, può evidenziarsi, sin da subito, un elevato contrasto tra la retorica dei diritti e la loro attuazione. Potendosi parlare, dunque, più che di ineffettività, di “illusorietà” dei diritti.